Ciao AMICO Luca!
Era così che mi dicevi quando ci sentivamo al telefono e così io ti rispondevo.
Eri nostro docente, insieme all’amico e collega Giovanni De Giorgi, da diversi anni (con mio personale orgoglio) e hai formato qualche centinaio di Fisioterapisti (ma non solo) in neuroriabilitazione, mettendo a disposizione le tue alte competenze scientifiche e cliniche (anche per i tuoi studi di neuropsicologia e psicofisiologia), partendo dal Concetto Bobath (di cui eri Advanced Instructor, rivestendo dal 2007 al 2015 il ruolo di presidente dell’Associazione Italiana Docenti Bobath), confrontandoti in maniera stringente con la più recente letteratura scientifica indicizzata (di cui eri accanito e critico lettore) e calandola nella intensa pratica riabilitativa quotidiana presso il tuo centro milanese o dove venivi chiamato a fare consulenza.
Eri molto apprezzato come docente per la tua chiarezza di esposizione, per gli approfondimenti sempre rivolti alla concretezza del fare riabilitativo e per la disponibilità verso tutti.
A me piaceva tantissimo assistere alle tue lezioni anche per la tua capacità didattica non comune e per l’ironia (a volte pungente) che ti caratterizzava.
Eri un docente speciale! Un po’ fuori dagli schemi… un po’ fuori dai rigidi canoni dell’ordinario professore. Eri un docente speciale e umile allo stesso tempo… mai ti sei innalzato sul piedistallo delle tue conoscenze e del tuo curriculum studiorum così importante!
E anche quando hai pubblicato il tuo libro “Fenomenologia della cura medica” (insieme a Vincenzo Costa, Editrice Morcelliana 2019) ne hai parlato in pubblico sempre in maniera schiva, ironico-sarcastica e solo perché Giovanni od io ne facevamo giustamente menzione durante i tuoi corsi.
E sempre durante i tanti cosi svolti a Verona, Bologna, Padova… non posso non ricordare qui i momenti in cui, nelle nostre cene, spesso ci mettevamo a discutere di temi lontani dalla fisioterapia, dove veniva fuori la tua (e mia) passione per la filosofia (di cui il tuo libro è un esempio) e le religioni… e dove normalmente si finiva per alzare i toni, anche grazie alle “alzate di gomito” (ma sempre con ottimi vini) che rendevano molto fluidi i nostri accalorati dialoghi sui massimi sistemi!
Ho solo un rammarico, caro AMICO Luca: nella nostra ultima telefonata ad aprile scorso mi dicevi che, a causa dell’aggravarsi del problema di salute di tuo padre (infermo da anni) non avresti potuto portare avanti i due corsi previsti con noi per il prossimo autunno…. Il rammarico è il non avere colto che il grave problema di salute non era (solo) di tuo papà ma tuo… Tu, nella tua consueta e a volte per me incomprensibile riservatezza (era quasi impossibile avere tue fotografie per il nostro sito internet), non hai voluto andare oltre questa comunicazione. Ma forse hai così voluto preservare anche me e chi, vicino a me, ti vuole bene.
Inutile dire che ci mancherai, sia come docente che come AMICO!
Inutile dire che la tua morte è una grave perdita per la nostra professione e che a 60 anni avresti ancora potuto dare molto alla fisioterapia e alla riabilitazione italiana.
Mi avevi garantito che saresti stato nostro docente anche qualche anno prima di andare nel tuo buen retiro… stavolta non sei stato di parola AMICO!
Siccome so che NON saresti stato contento di tutte le cose che ho scritto e mi avresti preso in giro a non finire, sono sicuro che, ovunque tu sia, mi stai calorosamente salutando cosi:
Un grande abbraccio AMICO e docente!
luca marzola